Categoria: Documenti
Regolamento
Concerto di Natale dell’Associazione Nazionale Carabinieri
Virgo Fidelis
Comunicazione Presidente ANC Gottardi Luigi:
Invito alle Associazioni e cittadinanza della Messa Virgo Fidelis
Cippo ai Caduti di Malga Bala – invito 24 Nov. 2019
L’eccidio di Malga Bala è un episodio avvenuto
nell’ambito degli eventi della seconda guerra mondiale nei pressi dell’altopiano di Malga Bala
Omicidio a Roma del Vicebrigadiere
Mario Cerciello Rega.
L’omicidio del Carabiniere avvenuto nella notte del 25 Luglio per una borsa rubata !
73° Anniversario della Repubblica
Invito del 2 Giugno 2019
Programma del Comune di Azzano Decimo
Buona Pasqua
Un augurio dal Presidente e Vice Presidente e soci
della sezione di Azzano Decimo
Andare avanti con le capacità e la determinazione che ha sempre distinto i Carabinieri
Carabiniere per sempre……….
Maxi Processo a Cordenons
Iniziato il maxi processo a carico del truffatore Fabio Gaiatto e della sua banda
Pordenone – Sabato 16 febbraio è iniziato a Cordenons (Pn) il processo a carico di Fabio Gaiatto, il falso consulente finanziario accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, abusivismo finanziario e auto-riciclaggio. L’udienza preliminare si è svolta eccezionalmente presso la sala centro culturale Aldo Moro di Cordenons (198 posti) e nell’annesso auditorium (440 posti) per accogliere tutte le parti coinvolte. Oltre a Gaiatto sono indagate un’altra quindicina di persone, che si sarebbero rese complici del sedicente esperto di investimenti, tra cui la compagna, Najima Romani. La rete di finti promotori finanziari ingaggiati da Gaiatto procacciava i clienti in cambio di ricche provvigioni. Sono tutti indagati non solo per truffa, ma anche per intermediazione finanziaria abusiva Secondo la ricostruzione della procura, Gaiatto e la sua banda avrebbero truffato oltre mille clienti, raccogliendo 72 milioni di euro, che fingevano di investire nel mercato Forex tramite la “Venice Investment”, promettendo rendimenti mensili del 10%. Circa 30 le vittime della truffa presenti all’udienza. 67 gli avvocati. Centinaia le parti civili che si sono costituite (tra 800 e 900), tra cui il Codacons e il Comune di Portogruaro. Il giudice per le indagini preliminari Eugenio Pergola ha aggiornato l’udienza al 2 marzo. Tanto ci vorrà per esaminare tutte le richieste. Nel frattempo il procuratore capo di Pordenone Raffaele Tito, che ha coordinato le indagini con la pm Monica Carraturo, ha dato il consenso ai primi due patteggiamenti: Massimo Baroni (un anno e mezzo) e Ubaldo Sincovich (un anno e 5 mesi), accusati di aver fatto da procacciatori di clienti. Baroni e Sincovich hanno versato rispettivamente 9.000 e 8.500 euro sul conto corrente aperto dalla procura per i risarcimenti delle vittime.
Pubblicazione del gionale La Nuova……….. Falsi promotori finanziari in manette, tra loro anche Fabio Gaiatto VENEZIa e PORDENONE. Dalle prime ore di maqrtedì 11, 80 finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia, con la collaborazione di militari di altri Reparti del territorio nazionale, stanno dando esecuzione ai provvedimenti cautelari emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pordenone nei confronti dei responsabili e compartecipi di un’ingente truffa perpetrata in danno di centinaia di risparmiatori. Il decreto ha disposto la custodia cautelare in carcere per il principale indagato, gli arresti domiciliari per 5 persone e l’obbligo di dimora per altri 11 soggetti. Sono anche in corso di esecuzione sequestri preventivi finalizzati alla confisca di beni e disponibilità degli indagati fino all’ammontare di 47 milioni di euro, unitamente a 17 perquisizioni locali di abitazioni, uffici e altri luoghi di interesse investigativo. I reati contestati nell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone e condotta dagli investigatori del Gruppo della Guardia di Finanza di Portogruaro sono quelli di associazione a delinquere, truffa aggravata, esercizio abusivo di attività di gestione del risparmio, autoriciclaggio. Il meccanismo truffaldino messo in atto dall’organizzazione consisteva nell’offerta di investimenti nel mercato “Forex” ad altissimo e immediato rendimento. I capitali raccolti, invece di essere investiti, venivano in parte utilizzati per remunerare gli investimenti più risalenti e, in parte, dirottati in conti correnti italiani e stranieri degli indagati. In sostanza, gli interessi degli investimenti dichiaratamente maturati dai finanziatori più risalenti venivano pagati con i soldi versati dai clienti successivi, così da rassicurare coloro che avevano già consegnato denaro all’organizzazione e attirare nella rete truffaldina altri soggetti potenzialmente interessati ai lauti guadagni prospettati. Sempre nell’ottica di garantire massima tenuta al sistema architettato, il sodalizio aveva anche realizzato e messo a disposizione dei clienti un apposito sito internet accessibile con credenziali personali, in cui venivano manualmente caricati dati completamente artefatti relativamente alle percentuali di resa del capitale. Per aggirare i controlli delle Autorità di vigilanza finanziaria, il sodalizio si è avvalso di una serie di società estere con sede in Slovenia, Croazia, Gran Bretagna, grazie alle quali, tra l’altro, è stato aggirato il divieto all’esercizio dell’attività di raccolta finanziaria già imposto dalla CONSOB nel 2016 al principale artefice della truffa e a una sua società italiana. Con questo sistema, che richiama il cosiddetto “schema Ponzi”, tra il 2016 e il 2018 l’organizzazione ha raccolto abusivamente da circa 3000 persone per lo più del nord-est d’Italia 72,3 milioni di euro, rimborsati ai finanziatori per soli 28,9 milioni di euro. Nella rete dei falsi promotori sono finiti imprenditori, pensionati, lavoratori dipendenti, che hanno investito i risparmi, eredità, liquidità ottenute dalla vendita di immobili e, in alcuni casi, denaro preso in prestito pur di poter investire. I proventi delle attività illecite sono stati riciclati dai principali indagati attraverso l’acquisto di numerosi immobili in Veneto, Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna, per un valore di 3,7 milioni di euro, il cui sequestro è in fase di completamento in queste ore. Per ostacolare la ricostruzione della provenienza truffaldina dei capitali utilizzati per tali investimenti, gli indagati hanno fatto ricorso a società e conti correnti esteri, funzionali all’intestazione degli atti notarili e all’effettuazione dei pagamenti. L’attività condotta dai finanzieri del Gruppo di Portogruaro ha portato infine a configurare a carico delle società estere coinvolte profili di responsabilità amministrativa dell’ente, per reati associativi e di riciclaggio. A carico di 2 della predette persone giuridiche è stato anche disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente fino all’ammontare di 43,6 milioni di euro, corrispondente al totale delle somme abusivamente raccolte dall’organizzazione depurato dalla cifra restituita a una parte dei clienti. Anche questo provvedimento è in corso di esecuzione a cura della Guardia di Finanza, che ha già attivato i canali di cooperazione giudiziaria internazionale per intercettare eventuali investimenti esteri degli indagati.
Foibe: la giornata del ricordo – 10/02/2019
Domenica, 10 febbraio, si celebra il giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano, istriano e dalmata. Quella delle foibe è stata una tragedia atroce. Nelle foibe, cavità carsiche profonde centinaia di metri, dal 1943 al 1947, vivi o morti, vennero gettati dai partigiani jugoslavi, migliaia di italiani. Ancora oggi i numeri non sono chiari. Una carneficina nata dall’odio e dall’ideale distorto di una vera e propria pulizia etnica. Numerose saranno anche quest’anno le iniziative in tutta Italia per il giorno del ricordo. La legge del 2004 che ha istituito la giornata del ricordo ha sancito un principio importante per il nostro paese. Cosa vuol dire ricordare le vittime delle foibe oggi? L’attacco dei militari di Tito agli italiani durante e nel secondo dopoguerra non ha portato soltanto morte. Ha portato anche un tremendo esodo di famiglie che, cacciate dalle loro case, hanno cercato rifugio altrove.
Ma è anche la storia della ferocia con cui agivano i titini contro gli italiani solo perché italiani, la storia di Fiume, di Pola di Zara. Fra il 1943 e il 1947, nelle foibe dell’Istria (cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo) sono stati gettati 10.000 italiani. Venivano legati l’un l’altro con un lungo fil di ferro stretto ai polsi e messi sugli argini delle foibe, quindi si apriva il fuoco a raffiche di mitra, non contro il gruppo, ma soltanto contro i primi tre o quattro della catena, i quali, precipitando nell’abisso, morti o feriti, trascinavano con sé gli altri sventurati, condannati così a sopravvivere per giorni sui fondali delle voragini, sui cadaveri dei loro compagni tra sofferenze inimmaginabili. Non basta confrontarsi con la ferocia dei titini ma anche con il modo con cui molti italiani accolsero quei connazionali: l’epiteto più gentile fu «banditi giuliani», giusto per equipararli al più conosciuto dei fuorilegge. © RIPRODUZIONE RISERVATA
pubblicazione di: Corriere della Sera
Monumento ai caduti 03 Nov. 2018
Inaugurazione sabato 03 Novembre 2018
assieme alla ricorrenza della giornata dell’unità Nazionale delle forze armate, l’inaugurazione del monumento a Pravisdomini in memoria dei caduti di tutte le guerre.
Presenti Sindaci e autorità locali, Anc Azzano Decimo e varie associazioni del territorio