M.llo Vincenzo Di Gennaro

Onore ai Carabinieri Eroi e per lo spirito al dovere.

Cronaca 

Omicidio Di Gennaro, terminata l’autopsia: fatali per il maresciallo i colpi a segno al torace e all’addome

Vincenzo Di Gennaro,46 anni, era un Maresciallo dei Carabinieri.

In paese era conosciuto e stimato da tutti.

Sabato 13 Aprile è stato ucciso mentre era in pattuglia, freddato dai colpi di una calibro 9. Nato a S.Severo di Foggia, era il vice comandante di stazione di Cagnano Varano sul Gargano.

Papantuono ( l’omicida ) impugnava una calibro 9, con la quale ha sparato almeno quattro volte uccidendo sul colpo Vincenzo Di Gennaro e ferendo il collega Pasquale Casertano

San Severo, allestita camera ardente per il maresciallo Di Gennaro:
„Un dolore profondo e composto pervade le strade di San Severo che,questa mattina, hanno accolto il feretro del maresciallo maggiore dei carabinieri, Vincenzo Di Gennaro, ucciso lo scorso sabato mattina, a Cagnano Varano, durante il servizio.“

La folla ha accolto l’arrivo della bara, tra lacrime e commozione. L’intera comunità di San Severo e quella di Cagnano Varano si stringono attorno ai familiari del vicecomandante della stazione del paesino garganico, e pregano per il collega, Pasquale Casertano, rimasto ferito nello stesso agguato.

“Vincenzo era un bravo ragazzo”, ricorda il sindaco Francesco Miglio. “Io lo conoscevo sin dagli anni delle scuole medie, e di lui ho sempre apprezzato i suoi valori ed il suo spiccato senso del dovere, che sicuramente ha portato negli anni in cui è stato nell’Arma dei Carabinieri a servire la Patria e la sua comunità. Oggi lo piangiamo per il modo tragico in cui ha perso la vita, ma anche perchè perdiamo un amico, un nostro coetaneo, un ragazzo perbene”. La camera ardente è stata allestita a palazzo di città. Nel pomeriggio, alle 16.30, in cattedrale, è previsto invece il rito funebre, alla presenza del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Si attendono anche il premier Conte ed il presidente della Camera Fico.

Carabiniere ferito a Cagnano Varano: la visita del premier Conte in ospedale

Conte abbraccia Pasquale, il carabiniere ferito: “Per come si sono svolti i fatti, lieto di avergli potuto parlare” Il premier Giuseppe Conte ha fatto visita a Pasquale Casertano, il carabiniere rimasto ferito nell’omicidio del collega Vincenzo Di Gennaro, il maresciallo maggiore ucciso da Giuseppe Papantuono questa mattina a Cagnano Varano

testi copiati dai vari giornali di conaca

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Maxi Processo a Cordenons

Iniziato il maxi processo a carico del truffatore Fabio Gaiatto e della sua banda

              Sabato 16 Febbraio 2019

Pordenone – Sabato 16 febbraio è iniziato a Cordenons (Pn) il processo a carico di Fabio Gaiatto, il falso consulente finanziario accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, abusivismo finanziario e auto-riciclaggio. L’udienza preliminare si è svolta eccezionalmente presso la sala centro culturale Aldo Moro di Cordenons (198 posti) e nell’annesso auditorium (440 posti) per accogliere tutte le parti coinvolte. Oltre a Gaiatto sono indagate un’altra quindicina di persone, che si sarebbero rese complici del sedicente esperto di investimenti, tra cui la compagna, Najima Romani. La rete di finti promotori finanziari ingaggiati da Gaiatto procacciava i clienti in cambio di ricche provvigioni. Sono tutti indagati non solo per truffa, ma anche per intermediazione finanziaria abusiva Secondo la ricostruzione della procura, Gaiatto e la sua banda avrebbero truffato oltre mille clienti, raccogliendo 72 milioni di euro, che fingevano di investire nel mercato Forex tramite la “Venice Investment”, promettendo rendimenti mensili del 10%. Circa 30 le vittime della truffa presenti all’udienza. 67 gli avvocati. Centinaia le parti civili che si sono costituite (tra 800 e 900), tra cui il Codacons e il Comune di Portogruaro. Il giudice per le indagini preliminari Eugenio Pergola ha aggiornato l’udienza al 2 marzo. Tanto ci vorrà per esaminare tutte le richieste. Nel frattempo il procuratore capo di Pordenone Raffaele Tito, che ha coordinato le indagini con la pm Monica Carraturo, ha dato il consenso ai primi due patteggiamenti: Massimo Baroni (un anno e mezzo) e Ubaldo Sincovich (un anno e 5 mesi), accusati di aver fatto da procacciatori di clienti. Baroni e Sincovich hanno versato rispettivamente 9.000 e 8.500 euro sul conto corrente aperto dalla procura per i risarcimenti delle vittime.

Associazione Nazionale Carabinieri  di Azzano Decimo
Presenti per la Sicurezza Sezione ( Attilio Basso ) di Azzano Decimo  16/feb.2019

Pubblicazione del gionale La Nuova………..                                                    Falsi promotori finanziari in manette, tra loro anche Fabio Gaiatto VENEZIa e PORDENONE. Dalle prime ore di maqrtedì 11, 80 finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia, con la collaborazione di militari di altri Reparti del territorio nazionale, stanno dando esecuzione ai provvedimenti cautelari emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pordenone nei confronti dei responsabili e compartecipi di un’ingente truffa perpetrata in danno di centinaia di risparmiatori. Il decreto ha disposto la custodia cautelare in carcere per il principale indagato, gli arresti domiciliari per 5 persone e l’obbligo di dimora per altri 11 soggetti. Sono anche in corso di esecuzione sequestri preventivi finalizzati alla confisca di beni e disponibilità degli indagati fino all’ammontare di 47 milioni di euro, unitamente a 17 perquisizioni locali di abitazioni, uffici e altri luoghi di interesse investigativo. I reati contestati nell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone e condotta dagli investigatori del Gruppo della Guardia di Finanza di Portogruaro sono quelli di associazione a delinquere, truffa aggravata, esercizio abusivo di attività di gestione del risparmio, autoriciclaggio. Il meccanismo truffaldino messo in atto dall’organizzazione consisteva nell’offerta di investimenti nel mercato “Forex” ad altissimo e immediato rendimento. I capitali raccolti, invece di essere investiti, venivano in parte utilizzati per remunerare gli investimenti più risalenti e, in parte, dirottati in conti correnti italiani e stranieri degli indagati. In sostanza, gli interessi degli investimenti dichiaratamente maturati dai finanziatori più risalenti venivano pagati con i soldi versati dai clienti successivi, così da rassicurare coloro che avevano già consegnato denaro all’organizzazione e attirare nella rete truffaldina altri soggetti potenzialmente interessati ai lauti guadagni prospettati. Sempre nell’ottica di garantire massima tenuta al sistema architettato, il sodalizio aveva anche realizzato e messo a disposizione dei clienti un apposito sito internet accessibile con credenziali personali, in cui venivano manualmente caricati dati completamente artefatti relativamente alle percentuali di resa del capitale. Per aggirare i controlli delle Autorità di vigilanza finanziaria, il sodalizio si è avvalso di una serie di società estere con sede in Slovenia, Croazia, Gran Bretagna, grazie alle quali, tra l’altro, è stato aggirato il divieto all’esercizio dell’attività di raccolta finanziaria già imposto dalla CONSOB nel 2016 al principale artefice della truffa e a una sua società italiana. Con questo sistema, che richiama il cosiddetto “schema Ponzi”, tra il 2016 e il 2018 l’organizzazione ha raccolto abusivamente da circa 3000 persone per lo più del nord-est d’Italia 72,3 milioni di euro, rimborsati ai finanziatori per soli 28,9 milioni di euro. Nella rete dei falsi promotori sono finiti imprenditori, pensionati, lavoratori dipendenti, che hanno investito i risparmi, eredità, liquidità ottenute dalla vendita di immobili e, in alcuni casi, denaro preso in prestito pur di poter investire. I proventi delle attività illecite sono stati riciclati dai principali indagati attraverso l’acquisto di numerosi immobili in Veneto, Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna, per un valore di 3,7 milioni di euro, il cui sequestro è in fase di completamento in queste ore. Per ostacolare la ricostruzione della provenienza truffaldina dei capitali utilizzati per tali investimenti, gli indagati hanno fatto ricorso a società e conti correnti esteri, funzionali all’intestazione degli atti notarili e all’effettuazione dei pagamenti. L’attività condotta dai finanzieri del Gruppo di Portogruaro ha portato infine a configurare a carico delle società estere coinvolte profili di responsabilità amministrativa dell’ente, per reati associativi e di riciclaggio. A carico di 2 della predette persone giuridiche è stato anche disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente fino all’ammontare di 43,6 milioni di euro, corrispondente al totale delle somme abusivamente raccolte dall’organizzazione depurato dalla cifra restituita a una parte dei clienti. Anche questo provvedimento è in corso di esecuzione a cura della Guardia di Finanza, che ha già attivato i canali di cooperazione giudiziaria internazionale per intercettare eventuali investimenti esteri degli indagati.

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Foibe: la giornata del ricordo – 10/02/2019

Domenica, 10 febbraio, si celebra il giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano, istriano e dalmata. Quella delle foibe è stata una tragedia atroce. Nelle foibe, cavità carsiche profonde centinaia di metri, dal 1943 al 1947, vivi o morti, vennero gettati dai partigiani jugoslavi, migliaia di italiani. Ancora oggi i numeri non sono chiari. Una carneficina nata dall’odio e dall’ideale distorto di una vera e propria pulizia etnica. Numerose saranno anche quest’anno le iniziative in tutta Italia per il giorno del ricordo. La legge del 2004 che ha istituito la giornata del ricordo ha sancito un principio importante per il nostro paese. Cosa vuol dire ricordare le vittime delle foibe oggi? L’attacco dei militari di Tito agli italiani durante e nel secondo dopoguerra non ha portato soltanto morte. Ha portato anche un tremendo esodo di famiglie che, cacciate dalle loro case, hanno cercato rifugio altrove.

Ma è anche la storia della ferocia con cui agivano i titini contro gli italiani solo perché italiani, la storia di Fiume, di Pola di Zara. Fra il 1943 e il 1947, nelle foibe dell’Istria (cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo) sono stati gettati 10.000 italiani. Venivano legati l’un l’altro con un lungo fil di ferro stretto ai polsi e messi sugli argini delle foibe, quindi si apriva il fuoco a raffiche di mitra, non contro il gruppo, ma soltanto contro i primi tre o quattro della catena, i quali, precipitando nell’abisso, morti o feriti, trascinavano con sé gli altri sventurati, condannati così a sopravvivere per giorni sui fondali delle voragini, sui cadaveri dei loro compagni tra sofferenze inimmaginabili. Non basta confrontarsi con la ferocia dei titini ma anche con il modo con cui molti italiani accolsero quei connazionali: l’epiteto più gentile fu «banditi giuliani», giusto per equipararli al più conosciuto dei fuorilegge. © RIPRODUZIONE RISERVATA

pubblicazione di: Corriere della Sera

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“Per chi non lo SLA”, video

fondi per la SLA

aiutaci anche tu con le tue visualizzazioni

Un video pubblicato in rete, realizzato da alcuni comici sardi. Si sono mobilitati per una buona causa: è molto importante che oltre ad essere condiviso, venga visualizzato, infatti sarà destinato alla campagna contro la SLA. Servizio di Clara Iatosti. Per la prima volta tutti i comici Sardi si sono uniti per un grande progetto sociale, raccogliere fondi per la ricerca sulla SLA (schlerosi laterale amiotrofica) per un’associazione nazionale

Un progetto nato, ideato e prodotto da CHRISTIAN LUISI che si è avvalso della collaborazione di Nicola Cancedda e Soleandro che hanno composto il brano. Vi aspettiamo alla pagina Facebook PER CHI NON LO SLA (Grazie a Sardainfissi Sassari e Ristorante Piazza Garibaldi) E GRAZIE DI CUORE A Marco “Baz” Bazzoni, Pino & gli anticorpi, Soleandro, Giuseppe Masia, Benito Urgu, Tenorenis, Battor Moritteddos, Nicola Cancedda, Francesco Porcu, Marco Piccu, Gli Amakiaus, Daniele Contu e la partecipazione di Alvin Solinas di “Una canzone per un sorriso”.

Associazione Nazionale Carabinieri sede di Azzano Decimo ha condiviso:  La comunicazione è il processo di esprimere e condividere sentimenti, pensieri e intenzioni mediante processi mediatici.

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Funerali vedova Brig.Cofone

Giovanna Sartorello
ved. Cofone di anni 90

I funerali avranno luogo Lunedì 24 Dicembre alle ore 14:30 nella chiesa di Azzano Decimo, ove la cara Giovanna giungerà dalle nuove celle dell’Ospedale Civile di Pordenone site in Via del Traverso.

Il Santo Rosario sarà recitato Domenica 23 Dicembre alle ore 19:30 nella chiesa medesima.

Eventuali offerte saranno devolute per opere di bene.

Azzano Decimo, 21 Dicembre 2018

https://www.onoranzefunebrifedora.it/onoranzefunebri/giovanna-sartorello-ved-cofone-di-anni-90/

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